ma continuerò a raschiare, a scrostare, a cercarglierlo un significato ai nostri umori smunti che come neve cadono sui fondi frastornati dei bicchieri, sotto le suole dei sabati sera ci sarà pur qualcosa, come sui colli delle bottiglie i nostri conti in sospeso, sui pollici la saliva, e sulle labbra la fame.
negli incubi passiamo giornate sbilenche come singhiozzo a cementarci le narici per non riconoscere i nostri odori e autoconvincerci più facilmente di non esserci accorti l'uno dell'altra.
lunedì 13 aprile 2009
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